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Chieri Come Los Angeles

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Chieri Come Los Angeles

Fig. 1 - Il sito https://www.lightpollutionmap.info contiene le informazioni tratte da “the new world atlas of artificial night sky brightness” sull’inquinamento luminoso mondiale.

Il 17 Gennaio 1994, alle 4:31 del mattino, gli abitanti di Los Angeles furono svegliati da una spaventosa scossa di terremoto. Spaventati uscirono dalle loro abitazioni si accorsero che la città era priva di corrente elettrica; corsero nelle strade al buio, senza nessun lampione che illuminasse i marciapiedi. Alzarono gli occhi al cielo e scoprirono oggetti di cui non sospettavano l’esistenza. La presenza di una grande nuvola argentea che solcava il cielo li rese nervosi e angosciati.

Alcuni chiamarono il Griffith Observatory, ma si racconta che molti composero il 911, il numero unico di emergenza per chiamare la polizia, i vigili del fuoco o il soccorso. La grande nube argentea, era  la Via Lattea, e per la prima volta, avevano osservato il cielo notturno privo di inquinamento luminoso, reagendo in modo imprevisto: dopo lo shock del terremoto, la visione del cielo li aveva ulteriormente spaventati.

Se confrontiamo il cielo notturno attuale di Chieri con quello della città californiana scopriamo che possiede una luminosità diffusa di circa 19 mag/arcsec2contro le 17 circa del cuore di Los Angeles. Visto che il cielo notturno privo di inquinamento luminoso possiede una luminosità di 22 mag/arcsec2, da Los Angeles perdiamo 5 magnitudini mentre da Chieri almeno 3. Infatti, tenuto conto che l’occhio umano integra su di un angolo solido ben più ampio di un arcsec2, dal fondo del cielo notturno della città californiana potrebbero emergere, oltre alla Luna e i 5 pianeti, ben 11 stelle, mentre dal capoluogo piemontese quasi 140, o per meglio dire 70 visto che si può osservare solo metà volta celeste. Lo studio ci consegna una situazione impietosa del nostro cielo, descritta dalla possibilità di contare solo qualche decina di stelle da un grosso centro urbano, un centinaio di stelle da fuori delle metropoli e poco più di un migliaio dalle valli in montagna. 

L’INQUINAMENTO LUMINOSO PEGGIORA

L’inquinamento luminoso di Los Angeles con l’installazione di oltre 150.000 lampioni a LED negli ultimi anni è diventato ancora più evidente. L’innovazione tecnologica dei LED ha ridotto il consumi, consentendo qualche milione di dollari di risparmio; tuttavia questi sono più efficienti delle normali lampadine, con il risultato che l’inquinamento luminoso è paradossalmente aumentato. Se desideriamo risparmiare, una lampadina a incandescenza da 40 Watt (quella  che comunemente utilizziamo nelle lampade dei comodini), può  essere sostituita da una lampada al neon da 10 Watt oppure con una a  LED da 5 watt, mantenendo sempre la stessa illuminazione. I LED sono efficienti il doppio dei neon e quasi 10 volte di una lampada ad incandescenza. Al risparmio sulla bolletta, possiamo aggiungere la riduzione dei costi di manutenzione perché una lampada a LED dura tra i 15 e 25 anni, contro i 10 anni del neon e solo qualche anno di vita della lampada ad incandescenza.

Quello che è accaduto a L.A., sta accadendo anche qui, dove si sono sostituiti i vecchi corpi illuminanti con LED, accontentandosi di poco risparmio e approfittando dell’occasione di fare ancora più luce, così la visibilità degli astri è ulteriormente peggiorata… ciao ciao stelle!

IL RISCALDAMENTO CLIMATICO

La situazione delle città italiane è particolarmente complicata. Le stesse aziende fornitrici di energia elettrica si propongono ai comuni per effettuare il passaggio ai LED. 

Il conflitto di interesse è evidente: da un lato sostengono di far risparmiare le casse comunali, dall’altro il loro «core business» è la vendita di energia. Il risultato è un’illuminazione maggiore e una riduzione del possibile risparmio energetico.  

Agli inizi del secolo si sperava che l’adozione di nuove tecnologie più efficienti avrebbe comportato una riduzione dei consumi e di immissione dei gas serra, ma i risultati sono stati ben al di sotto delle aspettative. Una delle cause è riconducibile agli sprechi di un’energia a buon mercato che, fa risparmiare ma fa anche   aumentare i consumi. Le amministrazioni sono interessate a contenere le spese e per questa ragione è importante definire norme che consentano un vero risparmio energetico.

LA LEGGE 

Come molte delle norme italiane si configura come modifiche ad una legge precedente. Le migliorie tecniche sono state accorpate in un allegato tecnico a cui devono attenersi i nuovi impianti di illuminazione e il “retrofitting” degli impianti pre-esistenti.

La legge regionale 3/2018 prevede: 

  • zero emissione verso l’alto;
  • utilizzo di sorgenti ad alta efficienza;
  • livelli di illuminamento non superiori ai livelli minimi previsti dalle normative;
  • rapporti fra interdistanza delle sorgenti luminose superiore a 3,7;  
  • lo spegnimento degli impianti luminosi dei monumenti ed edifici storici dopo le 24h.

Questi semplici accorgimenti potrebbero consentire oltre il 30% di risparmio, ma quello che rende all’avanguardia la legge è l’utilizzo: 

  • di sorgenti con temperatura di colore uguale o inferiore ai 3500K 
  • di sistemi di illuminazione adattiva.